E' stata creata una petizione online per chiedere al ministro delle comunicazioni (Gentiloni) che almeno 1/3 delle frequenze WiMAX venga reso disponibile per la tecnologia a libero uso da parte dei singoli cittadini anche in forma associativa senza fini di lucro, (o anche comuni ed enti locali), senza alcuna tassazione diretta o indiretta.
Un'occasione per evitare che queste nuove frequenze e tecnologie diventino l'ennesimo limite all'accesso ad internet per moltissime persone, in un paese dove si naviga ancora a 56K.
Firmate la petizione all'indirizzo http://www.petitiononline.com/wmaxfree/.
La mia firma è la numero 99909.
Grazie al WiMAX (acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access) si potrà coprire con una sola postazione radio un raggio di circa 50-60 Km; con la tecnologia WiFi, invece, raramente si può arrivare oltre i 400-500 metri (alcuni chilometri in casi particolari, con antenne costose, AP modificati ed alcuni accorgimenti tecnici), ed è quindi adatta solamente ad una copertura interna ristretta (casa, ufficio, capannoni).
Tutta l’innovazione del Wi-Max viene ricondotta a una maggiore copertura da parte delle stazioni di trasmissione del segnale: la tecnologia supporta velocità dati fino a 70 Mbit/s in aree metropolitane, utilizzando un sistema trasmissivo che non richiede la visibilità ottica tra le stazioni. Secondo i proponenti di WiMAX questa ampiezza di banda è sufficiente per supportare simultaneamente almeno 40 aziende con connettività di tipo T1 e 70 abitazioni con connettività al livello DSL da 1 Mbit/s.
Maggiori info sul WiMAX le trovate su
Wikipedia.